16/2/23
Focus group per perfezionare il progetto regionale NAME di medicina narrativa
Dal nostro Consigliere Corbetta Antonello
In data 16 febbraio 2023 ho partecipato in rappresentanza della nostra associazione ANF, federata con UNIAMO, ad un incontro presso l’ Assessorato alla salute della regione Piemonte durante il quale è stato condotto un focus group per perfezionare il progetto regionale NAME di medicina narrativa.
Mi sono incontrato di primo pomeriggio a Torino con i rappresentanti della Società Italiana di Medicina Narrativa SIMeN la Presidente dott.ssa Stefania Polvani, la dott.ssa Ilaria Palla e il dott. Giovanni Melani e ci siamo recati all’ incontro con le rappresentanze delegate ad intervenire dalla regione Piemonte.
Per spiegarVi al meglio come si è svolto l’ incontro uso qui di seguito il verbale redatto dalla dott.ssa Mariateresa Dacquino giornalista fundraising DAIRI gestore dell’ ufficio stampa dell’ Azienda ospedaliera di Alessandria:
L’incontro del 16.2.23 rappresenta il primo momento di apertura del progetto finalizzato a validare l’efficacia degli interventi formativi della Medicina Narrativa, valutarne l’impatto nella pratica clinica che la Società Italiana di Medicina Narrativa ha proposto a Regione Piemonte per il tramite del DAIRI.
L’appuntamento è un focus group funzionale alla verifica del contesto, con una descrizione del contesto e delle azioni collegate a percorsi di Medicina Narrativa in Piemonte da parte dei presenti, nonché alla definizione degli indicatori da utilizzare nel progetto.
Il focus viene introdotto da Mariateresa Dacquino e Giovanni Melani, che esplicitano il progetto e i suoi obiettivi.
Stefania Polvani introduce il focus group e chiede ai partecipanti di presentarsi, nel loro ruolo e nella loro eventuale esperienza in Medicina Narrativa.
1. Luigi Castello, medico, direttore della medicina interna dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e professore associato presso l’Università del Piemonte Orientale. Non conosce la Medicina Narrativa ma ritiene di avere una certa sensibilità. Si ritiene molto motivato ed entusiasta rispetto al progetto.
2. Loredana Masseria, amministrativa della Asl di Torino, giornalista, si occupa di comunicazione nel campo dell’oncologia. Nel 2019 ha proposto al DG un progetto di storytelling. Ritiene che “il tempo dell’ascolto è tempo di cura.” o storytelling
o Leva motivazionale o Serve alla direzione come percorso di miglioramento
3. Simona Dalle Nogane infermiera e progettista di formazione. Ha raccontato un episodio successo in ospedale una domenica in estate quando una bambina è morta in seguito ad un incidente. Questo ha fatto riflettere molto l’équipe e un medico attualmente sta facendo il corso per Facilitatori di Medicina Narrativa. Quando ha avuto la comunicazione del focus group ha detto “voglio partecipare.” o utilizzo della medicina narrativa per superare la crisi
4. Fabrizia Cogo, infermiera e formazione aziendale, Ivrea. Fa parte di NarraViva, conosce Demetrio e Spinsanti e la scrittura riflessiva. Racconta che durante la pandemia hanno raccolto i vissuti dei professionisti sanitari.
5. Mariateresa Gioacchino, medico che lavora alla formazione e la qualità, Cuneo. Si è occupata di comunicazione.
6. Brunella Padovan, referente della formazione aziendale dell’Ospedale Mauriziano (prima era una fisioterapista). o Iniziative teatrali
o Teatro sociale di comunità o Allestimento di sale dedicate (sala di attesa)
7. Luisa Asperti, oncologo medico, Ospedale Mauriziano. Neofita della Medicina Narrativa ma ha letto qualcosa. “Perché sono qua? Non lo so!” Ritiene che l’oncologia è il luogo dove la Medicina Narrativa può avere senso ed afferma che sono abbastanza abituati a misurare l’efficacia (esperienza del cardiofrequenzimetro e la reazione alla cattiva notizia) o coordinatrice gruppi di studio alcuni di patologia altri di questioni trasversali
o oncologia: possono avere un ruolo perché parlano molto con il paziente e poi ‘perché siamo abituati a misurare’
o Il progetto serve anche a contrasto stress il lavoro correlato
8. Pier Cesare Lavagnolo, referente della qualità, Asl Asti. Nasce come infermiere. Quando è arrivata la comunicazione del focus group dice che è stato un raggio di luce in una giornata di tempesta.
9. Raffaela Mascino, afferisce al settore della Formazione della Asl di Asti, fisioterapista. Non conosce la Medicina Narrativa.
10. Maurizia Minardi, medico di direzione, Ospedale di Orbassano. Ha partecipato a progetti sul benessere organizzativo e alla realizzazione del giardino psichiatrico. Afferma che è qui per imparare. Come medico di direzione è importante saper comunicare con i colleghi e con i pazienti. o conosco un po’ la realtà asl TO 5 dove abbiamo fatto alcuni progetti di ascolto
11. Antonello Corbetta, rappresentante associazione pazienti con neurofibromatosi racconta la storia della figlia quando per la prima volta l’hanno portata in ospedale. Antonello afferma che non conosceva la Medicina Narrativa.
12. David Bosoni, ginecologo Azienda Ospedaliera Alessandria. Vorrebbe integrare la Medicina Narrativa nel loro reparto.
13. Laura Clarici, referente della Formazione Azienda Ospedaliero Universitaria, Le Molinette. Ha studiato la Medicina Narrativa con Vincenzo Alastra e hanno esperienze di teatro con i pazienti o studiata con Sipem
o Percorsi che non vengono richiesti dal personale interno
o Sui 17 corsi di laurea la maggioranza ha corsi di medicina narrativa
o Percorsi con Gabriele Vacis
Stefania Polvani introduce la Medicina Narrativa come metodologia per la pratica di cura, riguarda la comunicazione, la relazione e l’ascolto. Rispetto al progetto afferma che il FG mira a raccogliere/approfondire i bisogni dei professionisti/pazienti/caregiver/associazioni rispetto alla MN nell’ambito delle malattie rare e croniche. Il FG vuol co-costruire i dettagli del progetto che vedrà occasioni formative, informative e trasformative. Il progetto vuol disegnare un modello che funziona e che produce risultati. Il progetto vuole raccogliere le competenze e vedere una ricaduta nella pratica clinica.
Stefania Polvani apre la discussione a cui i partecipanti possono intervenire liberamente senza giro di tavolo. L’input è “cosa ne pensate di una formazione in Medicina Narrativa nei vostri contesti, secondo la vostra esperienza verso quale direzione ci possiamo muovere, in positivo e in negativo..”
Di seguito alcune considerazioni:
– è lo stile comunicativo che deve cambiare. Il 50% del personale medico si iscrive ai corsi per gli incentivi. La criticità che emerge da parte dei professionisti rispetto alla formazione è “non abbiamo tempo”. Se l’invito arriva dall’alto è un punto di forza.
– le cose dall’alto non necessariamente fanno funzionare le cose possono alzare la critica.
– la Medicina Narrativa è un metodo di approccio al paziente. Il momento della cartella clinica è importante, è un momento di reciproca fiducia. Un altro aspetto importante di cui parla è l’aderenza al trattamento. Per quanto riguarda la formazione dei futuri medici afferma che sarebbe indispensabile un percorso di MN nel corso di metodologia clinica.
– aspetto critico il coinvolgimento dei MMG e dei PLS, degli specialisti ambulatoriali. Manca una cartella comunicativa. Tra altri aspetti critici è rilevata la difesa dei professionisti rispetto al cambiamento.
Al termine del confronto, Stefania Polvani riepiloga i principali temi emersi, le criticità e gli argomenti che si vorrebbero approfondire che risultano sui post-it. Ne Identifica alcuni e li presenta:
– Criticità emerse: tempo, progetto che viene dall’alto, possibilità di lavorare con i MMG/PLS, cartella comunicativa, scardinare vecchie abitudini, resistenze al cambiamento.
– Argomenti che potrebbero essere affrontati nella formazione: PDTA, comunicazione della diagnosi, aderenza al trattamento malattie rare, intelligenza emotiva, insegnare agli studenti.
L’incontro termina con la richiesta di rinnovare alle Direzioni da parte di Regione l’appuntamento del 7 marzo e ne viene richiesta l’organizzazione sia in presenza che in forma virtuale.
Questo è il verbale devo aggiungere che durante l’ incontro sono intervenuto per ricordare a tutti che la nostra presenza e la medicina narrativa ha un attore principale che è il malato, il paziente che ha bisogno di trovare risposte alle sue esigenze sia in ambito medico che umano.
Ci saranno altri incontri in cui si identificheranno gli attori di questo nuovo progetto che si svilupperà in 4 punti che daranno vita ad altrettanti progetti formativi di cui uno riguarderà le malattie rare.
Sarà mia cura informarVi sul proseguo di questo progetto.
Antonello Corbetta
Consigliere ANF ODV